Pulizia, disinfezione, sanificazione. Da più di un anno sentiamo ripetere frequentemente questi tre termini. Spesso scambiati per sinonimi, in realtà si tratta di operazioni diverse tra loro.
Per fare chiarezza, ci viene in aiuto il DECRETO MINISTERIALE 7 luglio 1997, n. 274 che all’articolo 1 fornisce le definizioni delle attività di pulizia, di disinfezione, disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione.
“Sono attività di pulizia quelle che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a rimuovere polveri, materiale non desiderato o sporcizia da superfici, oggetti, ambienti confinati ed aree di pertinenza;
Sono attività di disinfezione quelle che riguardano il complesso dei procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti confinati e aree di pertinenza mediante la distruzione o inattivazione di microrganismi patogeni;
Sono attività di sanificazione quelle che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante l’attività di pulizia e/o di disinfezione e/o di disinfestazione ovvero mediante il controllo e il miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la temperatura, l’umidità e la ventilazione ovvero per quanto riguarda l’illuminazione e il rumore”.
La pulizia è dunque un’operazione preliminare e propedeutica alle operazioni successive di sanificazione e disinfezione. La rimozione dello sporco dalle superfici è la base di partenza per ripristinare idonee condizioni igieniche in un ambiente o all’interno di condotte d’aria o d’acqua.
Per questi ultimi due ambiti di intervento, si parla anche di bonifica, vale a dire un complesso di interventi eseguiti al fine di eliminare sostanze inquinanti all’interno di un impianto.